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giovedì 12 settembre 2013

No alla guerra, né in Siria né altrove

La comunità internazionale sta per lanciare l'ennesimo attacco verso un paese sovrano mediorientale in nome della "pacificazione" della regione. Dopo l'Afghanistan, l'Iraq e la Libia è arrivata il turno della Siria, spina nel fianco di Israele e dei suoi alleati occidentali, retta dal governo fascista di Bashar Hafiz al-Asad e dalla cricca di speculatori che appoggiano le sorti del Ba'th, partito nazionalista arabo.

Per molti anni la "laica" Siria è stata considerata non un alleato affidabile, ma un nemico tollerabile, dall'Occidente (un po' come lo stesso Iraq di Saddam Houssein negli anni '80 in funzione anti-iraniana), anche in virtù degli stretti legami con la Russia di Putin e della sua posizione strategica all'interno dello scacchiere mesopotamico, ma da un bel po' la situazione è irrimediabilmente cambiata.
Equilibri geopolitici, interessi contrapposti, giochi di potere all'interno di stati terzi (come il Libano), royalties petrolifere e gasdotti. L'appoggio americano alla resistenza siriana, formata da forze ribelli molto variegate tra loro e che non ci sentiamo di bollare aprioristicamente come al soldo degli yankee, e la determinazione bellica di Barak "Bush" Obama, porta a conclusioni che sono sempre le stesse, tristi e disincantate, ma logiche: la guerra rimarrà sempre uno strumento di politica economica per far ripartire le economie dei paesi a capitalismo avanzato in tempi di crisi.
Noi saremo sempre ben lungi dal difendere governi oppressivi e tirannici come quello di Assad e dei suoi compari sparsi per il mondo, non siamo feccia nazi-fascista disposta ad insabbiare ogni atrocità pur di difendere modelli nazionalisti ed autarchici che possano ricordare l'Italia del ventennio, ma con altrettanta forza ci opponiamo all'ennesima partita a risiko tra le forze imperialiste, i cui danni saranno pagati (e già lo sono da più di 2 anni) dal popolo siriano.
Il nostro modello ce l'hanno insegnato le Primavere arabe e si fonda su RIVOLUZIONE ed AUTODETERMINAZIONE, indirizzate da forze rivoluzionarie mature ed antimperialiste, per la liberazione non solo del popolo di Damasco ma di tutti i territori oppressi, da Torre del Greco fino alla Palestina occupata. 

NO ALLA GUERRA IMPERIALISTA IN SIRIA